LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Salvatore Cuomo
Spettri sulle barche

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

Ho speso pianti d'angoscia
visto vittime del silenzio
giacere come alghe sulle spiagge della memoria,
madre,
di nessun figlio,
figli dei figli, ma di quali fiori (cit.) 
padre,
guardi invano in una pozza di tenebre,
saggi coloro che aspettano
stolti coloro che digrignano 
i denti come avide fiere.
L'ancora di speme si arrende
crolla sotto il peso della miseria,
senza pianto saranno i loro occhi
senza voce le loro grida,
senza onori la loro morte.

Fratelli,
di un paese che impasta sogni e ipocrisia
di speranze che puzzano di vigliaccheria.
Fratelli di cosa?
Di una terra, di un paese, certo,
non di un mondo
se figli del mondo dovremmo abbracciare l'esilio
come al tempo egli abbracciò noi forte, 
invece scherniamo e sputiamo su bare di oblio,
con la mente addolciamo le ferite infette,
col cuore le saliamo con ingordigia.
Sull'onda si alzano braccia piangenti e morenti,
sullo scoglio si elevano danze gaudenti.

La morte,
temiamo il trapasso, 
alziamo le mani all'inevitabile fine
certo, la nostra, 
ma le riponiamo in tasca
dinanzi a quelle di chi è morto
senza ancora cadere.

 

(cit.) Gerarchie infernali, album "madre tortura", di Richard Benson.

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.